The Four Letters

The Four Letters

The Four Letters
Quartetto d’archi di Torino
Concerto sull’acqua

Al centro del programma del festival si colloca un concerto che mette assieme alcuni elementi unici. Il Quartetto d’archi di Torino, un palco nel mezzo delle acque, una cava divenuta un lago di pianura, una sera di luna crescente e un programma che trasporta il pubblico in una dimensione altra, a contatto con la memoria della Resistenza e della ribellione al nazifascismo.

Al centro del programma è il repertorio di The Four Letters, il Quartetto n. 4 di Ezio Bosso, nato nel 2006 ed eseguito dal vivo, in poche occasioni all’epoca, proprio dal Quartetto d’Archi di Torino (il progetto rimasto inedito per lungo tempo è stato recentemente pubblicato in disco da Buxus Edizioni).
The Four Letters è costituito da quattro brani ispirati dalle parole contenute ne Le lettere di condannati a morte della Resistenza italiana e da Le lettere di condannati a morte della Resistenza europea. Il primo brano dal titolo Humans si ispira alle parole di Pietro Benedetti, ebanista e antifascista attivo a Roma, fucilato il 29 aprile del 1944, che, in attesa di esecuzione dal carcere di Regina Coeli, scrive alla moglie Enrichetta una serie di lettere toccanti che divengono un vibrante testamento di ideali da tramandare ai figli e alla società tutta. Il secondo brano dal titolo Hopes si ispira alla straordinaria lettera di Giordano Cavestro, giovanissimo antifascista di Parma, fucilato poco più che diciottenne il 4 maggio del 1944 a Bardi: una lettera nella quale l’ideale antifascista e la certezza di un futuro più giusto risplendono in tutta la loro forza travolgente. Il terzo brano si intitola Rebellions and Dreams e si ispira alle parole di Franz Reingruber, comunista ed antifascista austriaco ventiduenne, decapitato il 22 ottobre del 1943 assieme a due suoi compagni: in una lettera alla madre Reingruber rinnova la sua fede in un ideale di pacifismo universale, un ideale di lotta contro una guerra senza senso che aizza i popoli gli uni contro gli altri. Il quarto brano dal titolo Freedom infine è ispirato con ogni probabilità alle lettere di Sabato Martelli Castaldi, trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine di Roma, e di Jaroslav Ondroušek, diciannovenne ceco giustiziato il 24 maggio 1943. In entrambe le loro lettere traspare il superamento della paura della morte in nome di una libertà dello spirito che va oltre quella del corpo.

Ezio Bosso nel presentare The Four Letters scriveva: “È un progetto a cui tengo. Avevo scelto due Italiani e due Tedeschi: nella ricerca che ho fatto mi sono reso conto di quanto fosse importante continuare a divulgare le parole di tutte queste persone, che in periodi diversi si sono sacrificate per lo stesso motivo e, dal mio punto di vista, il modo migliore era quello emotivo ma non retorico.”

A introdurre il repertorio di The Four Letters sarà un altro quartetto per archi dedicato agli eroi della Resistenza antifascista: si tratta di Aria di vetro, di Carlo Boccadoro, dedicato ai sette fratelli Cervi fucilati a Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. Si tratta di un brano che crea un’atmosfera surreale, quasi metafisica. Un’atmosfera che viene attraversata da sette silenzi, sette momenti di sospensione che ricordano i sette colpi che hanno trafitto i figli di Alcide: Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio Cervi. Con il riferimento alla poesia di Montale nel titolo, Boccadoro sembra mettere in relazione la vertigine metafisica del poeta che ad un tratto riconosce il vuoto dietro di sé, con la perdita di senso che la guerra, portatrice di nulla, reca con sé.

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

Eugenio Montale, Ossi di seppia

Conclude il programma Different Trains di Steve Reich, progetto per quartetto d’archi e tracce preregistrate. Il compositore statunitense di scuola minimalista accosta i suoi ricordi di bambino che tra il 1939 e il 1943 attraversava in treno gli Stati Uniti da Los Angeles a New York per andare a trovare i genitori che si erano separati, con i ricordi dei reduci dell’Olocausto. Il lavoro parte proprio dalla constatazione che, da ebreo, se fosse vissuto in Europa tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta sarebbe finito su treni differenti rispetto a quelli con i quali attraversava l’America: treni che portavano nei campi di concentramento nazisti. Di qui l’idea di lavorare con un accostamento per contrasto tra le voci e i suoni della vita quotidiana di chi in quel periodo ha vissuto lontano dall’orrore nazifascista e le voci di coloro che hanno vissuto l’olocausto e i suoni dei treni che attraversavano l’Europa.

Quartetto d’archi di Torino

Con più di trent’anni di attività alle spalle, il Quartetto d’Archi di Torino è presente nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, è nel 2002 che raggiunge la notorietà con l’incisione della colonna sonora del film Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2003), composta da Ezio Bosso nel 2002. La collaborazione con il Maestro Bosso prosegue con altre due incisioni, The Way of 1000 and 1 Comet (2004) e The Lodger (2005).

QUANDO

sabato 14 settembre 2024
ore 21.00

DOVE

Cava Malaspina
Per la posizione clicca qui

Accesso da viale Po
Per parcheggiare clicca qui

PROGRAMMA

Carlo Boccadoro
Aria di vetro

Ezio Bosso
The Four Letters, String Quartet n. 4
Humans
Hopes
Rebellions and Dreams
Freedom

Steve Reich
Different Trains
1. America – Before the War
2. Europe – During the War
3. After the War

QUARTETTO D’ARCHI DI TORINO

violino Edoardo De Angelis
violino Umberto Fantini
viola Andrea Repetto
violoncello Manuel Zigante

BIGLIETTI

settore unico
intero > 15 euro
ridotto under 30 > 11 euro
ridotto under 14 > 6 euro

Vai alla biglietteria

Concerto presentato in collaborazione con Bacchi S.p.A.

The Four Letters
Quartetto d’archi di Torino
Concerto sull’acqua

Quando
sabato 14 settembre 2024 ore 21.00

Dove
Cava Malaspina
Per la posizione clicca qui

Accesso da viale Po
Per parcheggiare clicca qui

Biglietti, programma, interpreti
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Al centro del programma del festival si colloca un concerto che mette assieme alcuni elementi unici. Il Quartetto d’archi di Torino, un palco nel mezzo delle acque, una cava divenuta un lago di pianura, una sera di luna crescente e un programma che trasporta il pubblico in una dimensione altra, a contatto con la memoria della Resistenza e della ribellione al nazifascismo.

Al centro del programma è il repertorio di The Four Letters, il Quartetto n. 4 di Ezio Bosso, nato nel 2006 ed eseguito dal vivo, in poche occasioni all’epoca, proprio dal Quartetto d’Archi di Torino (il progetto rimasto inedito per lungo tempo è stato recentemente pubblicato in disco da Buxus Edizioni).
The Four Letters è costituito da quattro brani ispirati dalle parole contenute ne Le lettere di condannati a morte della Resistenza italiana e da Le lettere di condannati a morte della Resistenza europea. Il primo brano dal titolo Humans si ispira alle parole di Pietro Benedetti, ebanista e antifascista attivo a Roma, fucilato il 29 aprile del 1944, che, in attesa di esecuzione dal carcere di Regina Coeli, scrive alla moglie Enrichetta una serie di lettere toccanti che divengono un vibrante testamento di ideali da tramandare ai figli e alla società tutta. Il secondo brano dal titolo Hopes si ispira alla straordinaria lettera di Giordano Cavestro, giovanissimo antifascista di Parma, fucilato poco più che diciottenne il 4 maggio del 1944 a Bardi: una lettera nella quale l’ideale antifascista e la certezza di un futuro più giusto risplendono in tutta la loro forza travolgente. Il terzo brano si intitola Rebellions and Dreams e si ispira alle parole di Franz Reingruber, comunista ed antifascista austriaco ventiduenne, decapitato il 22 ottobre del 1943 assieme a due suoi compagni: in una lettera alla madre Reingruber rinnova la sua fede in un ideale di pacifismo universale, un ideale di lotta contro una guerra senza senso che aizza i popoli gli uni contro gli altri. Il quarto brano dal titolo Freedom infine è ispirato con ogni probabilità alle lettere di Sabato Martelli Castaldi, trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine di Roma, e di Jaroslav Ondroušek, diciannovenne ceco giustiziato il 24 maggio 1943. In entrambe le loro lettere traspare il superamento della paura della morte in nome di una libertà dello spirito che va oltre quella del corpo.

Ezio Bosso nel presentare The Four Letters scriveva: “È un progetto a cui tengo. Avevo scelto due Italiani e due Tedeschi: nella ricerca che ho fatto mi sono reso conto di quanto fosse importante continuare a divulgare le parole di tutte queste persone, che in periodi diversi si sono sacrificate per lo stesso motivo e, dal mio punto di vista, il modo migliore era quello emotivo ma non retorico.”

A introdurre il repertorio di The Four Letters sarà un altro quartetto per archi dedicato agli eroi della Resistenza antifascista: si tratta di Aria di vetro, di Carlo Boccadoro, dedicato ai sette fratelli Cervi fucilati a Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. Si tratta di un brano che crea un’atmosfera surreale, quasi metafisica. Un’atmosfera che viene attraversata da sette silenzi, sette momenti di sospensione che ricordano i sette colpi che hanno trafitto i figli di Alcide: Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio Cervi. Con il riferimento alla poesia di Montale nel titolo, Boccadoro sembra mettere in relazione la vertigine metafisica del poeta che ad un tratto riconosce il vuoto dietro di sé, con la perdita di senso che la guerra, portatrice di nulla, reca con sé.

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

Eugenio Montale, Ossi di seppia

Conclude il programma Different Trains di Steve Reich, progetto per quartetto d’archi e tracce preregistrate. Il compositore statunitense di scuola minimalista accosta i suoi ricordi di bambino che tra il 1939 e il 1943 attraversava in treno gli Stati Uniti da Los Angeles a New York per andare a trovare i genitori che si erano separati, con i ricordi dei reduci dell’Olocausto. Il lavoro parte proprio dalla constatazione che, da ebreo, se fosse vissuto in Europa tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta sarebbe finito su treni differenti rispetto a quelli con i quali attraversava l’America: treni che portavano nei campi di concentramento nazisti. Di qui l’idea di lavorare con un accostamento per contrasto tra le voci e i suoni della vita quotidiana di chi in quel periodo ha vissuto lontano dall’orrore nazifascista e le voci di coloro che hanno vissuto l’olocausto e i suoni dei treni che attraversavano l’Europa.

Quartetto d’archi di Torino

Con più di trent’anni di attività alle spalle, il Quartetto d’Archi di Torino è presente nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, è nel 2002 che raggiunge la notorietà con l’incisione della colonna sonora del film Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2003), composta da Ezio Bosso nel 2002. La collaborazione con il Maestro Bosso prosegue con altre due incisioni, The Way of 1000 and 1 Comet (2004) e The Lodger (2005).

PROGRAMMA

Carlo Boccadoro
Aria di vetro

Ezio Bosso
The Four Letters, String Quartet n. 4
Humans
Hopes
Rebellions and Dreams
Freedom

Steve Reich
Different Trains
1. America – Before the War
2. Europe – During the War
3. After the War

QUARTETTO D’ARCHI DI TORINO

violino Edoardo De Angelis
violino Umberto Fantini
viola Andrea Repetto
violoncello Manuel Zigante

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intero > 15 euro
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